A cura della redazione del magazine online Retail & food Italia, riproposto per interno nella nostra rassegna stampa
Era previsto nel 2025, ma il Covid ha accelerato l’arrivo di un sorpasso storico, benché prevedibile.
Già nel 2022, nel Regno Unito sul totale delle vendite di abbigliamento, il 52% avverrà on line e solo il 48% in un negozio fisico.
La stima è contenuta nel report “The future of the European Apparel Industry” di Retail Economics, secondo cui i Paesi Bassi saranno il secondo mercato in cui si verificherà questo cambiamento, a partire dal 2025.
Naturalmente si tratta di ipotesi, calcolate su un panel limitato: un sondaggio condotto fra 4.000 famiglie, nel settembre scorso, in alcuni Paesi europei (Italia esclusa).
Il report, però, aggiunge che sebbene una riduzione delle rete retail sia da considerare fisiologica, l’importanza del contatto fisico è ancora importante per il consumatore e sarà un valore aggiunto specialmente per quei brand che sapranno curare al meglio la shopping experience.
Fra gli inglesi, il 66% apprezza la possibilità di trovare in negozio tablet o altri schermi su cui ordinare direttamente on line un capo, se non presente al momento. Il 49% dei Millennnials predilige negozi con l’opzione click and collect.
In Italia, a livello di vendite B2c generali (non solo abbigliamento), nel 2021 l’incidenza dell’eCommerce sul totale retail raggiunge il 10% (era il 9% nel 2020), secondo l’ultima versione dell’Osservatorio eCommerce B2C promosso da School of management del Politecnico di Milano e da Netcomm.